Buche larghe come crateri lunari, lunghi tratti privi di illuminazione. Il bus si aspetta direttamente in mezzo alla strada, fra le auto che corrono a 100-120 chilometri all’ora, un miraggio i marciapiedi, inesistente la segnaletica. È la fotografia di via della Pisana, 3 chilometri e mezzo ad alto rischio da Bravetta a Malagrotta. Altro che Camel Trophy. Per provare le stesse emozioni della Parigi-Dakar in moto o in auto basta imboccare questa strada, magari all’imbrunire. Stretta, percorsa giorno e notte dai mezzi dell’Ama e da centinaia di auto-articolati, via della Pisana collega il centro di Roma alla Regione Lazio. Lungo la strada un ipermercato, abitazioni e negozi, cave e stabilimenti industriali. E una buca ogni 5 metri. «Uno scandalo – denuncia il consigliere regionale Fabio Desideri, Federazione cristiano-popolari – I lavori appaltati con i soldi della Regione, due anni e mezzo fa, non sono mai stati completati. E oggi il solo tratto ristrutturato, un misero chilometro dal Gra a Malagrotta, è già di nuovo impraticabile. È bastata un po’ di pioggia per allagare la strada, riaprire le buche». Insomma, tutto da rifare.Eppure via della Pisana figura nella mappa dei blak-point della Fondazione Ania, l’elenco delle 600 strade più a rischio d’Italia. La Regione nel 2006 aveva stanziato un contributo di 3 milioni al Comune di Roma per sistemarne due tratti: il primo dal Gra a Malagrotta, il secondo dalla sede della Regione a Ponte Galeria.
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